La Cattedrale di Novara ed il complesso degli edifici monumentali ad essa collegati – il Battistero, il Palazzo vescovile, la Canonica e la Chiesa della confraternita di San Giovanni Decollato – costituiscono un nucleo di particolare interesse all’interno dell’impianto urbanistico della città, sia per le testimonianze di carattere storico che racchiudono sia per i pregi artistici che esprimono.
La prima Basilica urbana
Al tempo del primo vescovo, san Gaudenzio (nel V secolo), vennero costruiti con sovvenzioni imperiali la Basilica urbana, il Battistero e la Domus episcopalis. Se il Battistero, almeno nella sua struttura architettonica, è sopravvissuto per circa tre quarti sino ai nostri giorni, non così si può dire della Basilica urbana e della Domus episcopalis.
Della Basilica paleocristiana poco è rimasto: una mensa di altare a forma circolare, insieme ad alcuni frammenti del mosaico pavimentale (tra cui il lacerto con la “croce cosmica” e quello con il Cristo-Sole) e vari capitelli corinzi con fusti di colonne inglobati o riutilizzati nel Duomo romanico ed, oggi, purtroppo dispersi. Verso la fine del IX secolo, il vescovo Cadulto fece trasportare nella Cattedrale il corpo di sant’Agabio.
Il Duomo romanico
L’aumento della popolazione cittadina portò alla ricostruzione e l’ampliamento del Duomo paleocristiano, l’edificio venne completato prima del 1132, quando, probabilmente il 17 aprile di quell’anno, fu consacrata da papa Innocenzo II di ritorno dalla Francia, mentre la Diocesi aveva come guida il grande vescovo riformatore Litifredo. In questo tempo si ha l’innalzamento della stupenda torre campanaria e si ristruttura la domus episcopalis, trasformandola nel palatium vescovile, indicativo del potere signorile attribuito al vescovo.
La facciata, collegata da tre lati di portico con il Battistero, era preceduta da un nartece a due piani. All’esterno, nel timpano si trovava un arco romanico, scolpito a ferro di cavallo, a protezione con una reliquia della croce del Cristo portata probabilmente da pellegrini novaresi che avevano partecipato alle Crociate. Ai lati della facciata, dopo il nartece, si ergevano due torricelle contenenti le scale di accesso al matroneo. Alla base del campanile si apriva la cripta con il corpo di sant’Agabio. Dell’età romanica è il frammento superstite del mosaico del presbiterio con Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre ed i simboli degli evangelisti. Le devozioni e gli arredi arricchiscono maggiormente l’interno della Cattedrale, in particolare, nella prima metà del Cinquecento costituisce un periodo particolarmente felice.
Per la raffigurazione dei Santi si ritagliano spazi autonomi che vengono aperti lungo le pareti laterali della Cattedrale. In particolare meritano menzione, per i loro pregi, la Cappella di San Giuseppe; la Cappella dei Re Magi con il sepolcro del committente, il canonico Melchiorre Langhi; la Cappella del Santissimo Sacramento ed i nuovi interventi nella Cappella di Santa Caterina legata alla famiglia Tornielli. Tra il 1546 ed il 1553 Bernardino Lanino affrescò le pareti ed il soffitto della cappella di san Giuseppe con un ciclo di dipinti, magnificati dal Lomazzo, alla fine del Cinquecento. Gli affreschi laniniani furono salvati dalla distruzione ottocentesca dell’intera cappella del Duomo, con il trasporto nella sacrestia nuova tra il 1855 ed il 1862. La fioritura rinascimentale venne interrotta da un grave avvenimento politico-militare, che interessando l’assetto della città, toccò anche la Cattedrale. Nel 1552 iniziò l’abbattimento dei borghi medievali per la costruzione dei bastioni nell’intento espresso dal governo spagnolo di rendere Novara una fortezza inespugnabile.
Dall’abbazia di san Lorenzo trovarono rifugio nella Cattedrale i corpi santi, là venerati: le reliquie di san Lorenzo, allora ritenuto prete e martire, ucciso agli albori del cristianesimo con una moltitudine di fanciulli, e quelle di san Bernardo di Aosta, con il prezioso busto quattrocentesco contenente il teschio del Santo. Anche il Comune di Novara, tra il 1575 ed il 1580, rinnovò la decorazione della Cappella di san Benedetto e commissionò a Bernardino Lanino una tavola con il Crocifisso, la Maddalena, san Benedetto e san Gaudenzio. Al vescovo Speciano va ascritta una munifica donazione di mecenatismo rinascimentale: una serie di 10 arazzi illustranti episodi della vita di Salomone e tessuti dalla bottega di Jean de Boock a Bruxelles intorno al 1565.
Un disegno di rifacimento totale del Duomo si deve all’architetto Benedetto Alfieri, non porta una data precisa, ma lo si può collocare intorno al 1754,quando l’artista attendeva ad innalzare il campanile di San Gaudenzio. Il progetto dovette incontrare più di un plauso, ma non fu mai realizzato. L’intervento comunque condizionò ogni operazione successiva. Già a partire dal 1754 il Capitolo aveva in animo di ristrutturare il sacello di sant’Agabio; il 26 aprile 1789 ebbe luogo il solenne trasporto delle reliquie nella nuova cappella. Un altro intervento di rilievo fu la costruzione della Cappella del Santissimo Sacramento, detta poi di san Lorenzo, proprio di rimpetto alla Cappella di sant’Agabio. La necessità di equilibrare la Cattedrale nella zona del transetto anche sotto l’aspetto scenografico, indusse mons. Balbis Bertone, il vescovo più colto ed illuminato del Settecento novarese, a fare il primo passo con la donazione di Lire 15.000 piemontesi per la nuova cappella come risulta dal testamento del 28 maggio 1789. Nel 1794 vennero approvati i disegni dell’altare di Giuseppe Zanoia, è di due anni dopo la statua del Santo con due fanciulli dello scultore milanese Grazioso Rusca.
Il Duomo neoclassico
Un primo disegno per un nuovo presbiterio porta la data del 1797 ed è stato redatto da Stefano Ignazio Melchioni. Ma solo negli anni Trenta, durante l’episcopato del card. Morozzo ed agli inizi del regno di Carlo Alberto, in un momento economico favorevole, si pose mano alla ricostruzione dell’intera area celebrativa.
I lavori architettonici, condotti dal 1831 al 1836, su di un nuovo progetto del Melchioni, che aveva aggiornato le strutture in senso classicistico, estesero in profondità la zona del coro ed ampliarono la lunghezza del presbiterio.
A restaurare il mosaico medioevale, tornato alla luce nella sua completezza con la rimozione del precedente altare, ed a completare a mosaico anche la zona del nuovo coro provvide Giovanni Battista Avon da Solisbergo; contemporaneamente sul catino della volta, all’inizio del presbiterio, Vitale Sala, detto il Saletta, allievo del Sabatalli e dell’Aspari, dipingeva tra il 1833 ed il 1834 l’Incoronazione della Vergine, in un insieme armonicamente scompaginato di 47 figure, mentre nei pennacchi illustrava le quattro virtù cardinali: Temperanza, Prudenza, Giustizia, Fortezza.
Per il nuovo altare maggiore si approvò il progetto di Alessandro Antonelli, giovane ma già affermato architetto di 34 anni. Gli scultori chiamati a decorarlo furono i nomi più celebri di Milano e di Roma: Pompeo Marchesi, Gaetano Monti, Thorwaldesn, Francesco Somaini ed altre celebrità nel campo della scultura. L’altare fu consacrato il 20 novembre 1836 dal card. Morozzo, alla presenza del Re Carlo Alberto.
Durante l’episcopato di mons. Giacomo Filippo Gentile, dopo i consensi suscitati dalla magnificenza del nuovo altare maggiore, l’Antonelli riuscì, con un’accorata strategia, a fare breccia sul Capitolo per ottenere l’abbattimento delle navate del Duomo romanico. La spesa totale comprendente il porticato esterno e le navate fu di lire 337.994.
Dopo una prima benedizione, il 7 marzo 1869, la nuova cattedrale venne consacrata il 2 ottobre 1869 dal vescovo di Novara, mons. Giacomo Filippo Gentile, assistito dai vescovi mons. Paolo Angelo Ballerini, Patriarca di Alessandria d’Egitto, mons. Giacomo Antonio Colli, vescovo di Alessandria, già canonico della Cattedrale di Novara, e mons. Francesco Gandolfo, vescovo di Corneto di Civitavecchia.
Negli anni Ottanta si procedette alla costruzione degli altari lungo le pareti delle navate secondo uno schema elaborato dallo stesso Antonelli ed il Duomo acquistò l’apparato interno, con cui sarebbe giunto ai nostri giorni.