Questa sera, 31 dicembre, a Sotto il Monte (Bergamo) si terrà l’annuale Marcia della Pace, organizzata da Pax Christi e dall’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro, Caritas italiana e Azione cattolica, alla vigilia della Giornata della Pace del 1° gennaio, che sarà celebrata anche nella nostra diocesi.
Proponiamo di seguito una riflessione di don Renato Sacco, sacerdote della nostra diocesi (parroco di Cesara) e coordinatore nazionale di Pax Christi.
Fu Paolo VI a proporre al mondo che il primo giorno dell’anno sia la Giornata Mondiale della pace. E la prima fu il 1° gennaio 1968. Ogni primo giorno dell’anno sia un giorno dedicato alla Pace per un impegno che deve durare tutto l’anno. Come una luce che illumina e indica il cammino. E proprio per raccogliere questa proposta di papa Montini i giovani di Pax Christi, guidati dal Vescovo Presidente mons. Luigi Bettazzi, organizzarono la prima marcia (allora si chiamava Route) la sera del 31 dicembre 1968 a Sotto il Monte, la città Natale di papa Giovanni.
“Dalla casa di Giovanni XXIII a Sotto il Monte – così si legge nel volantino di invito alla marcia preparato da Pax Christi – una lunga ‘route’ di preghiera, silenzio e fatica; la gioia di sentirsi uniti a tutti nella celebrazione della giornata mondiale della pace e nella prima Messa dell’anno nuovo”. “Iniziammo proprio nel cortile di casa della famiglia Roncalli – scrive mons. Bettazzi nell’editoriale di Mosaico di Pace, la rivista promossa da Pax Christi, sul numero in distribuzione in questi giorni – con un discorso di Padre Turoldo, il quale, rifacendosi al titolo del nostro Movimento, richiamò che non c’è una “pace romana”, come si diceva duemila anni fa, o una “pace americana” come si diceva in quel tempo, ma la vera “pace” è quella “di Gesù Cristo”. In questi cinquant’anni abbiamo girato tutta l’Italia, dando come titolo alla Marcia quello indicato dal Papa per la Giornata della pace del 1° gennaio,…”.
Quest’anno, il 31 dicembre 2017, la 50esima marcia per la pace sarà di nuovo a Sotto il Monte. Da qualche anno la Marcia è promossa da CEI, Caritas, Azione Cattolica, Pax Christi e dalla Diocesi ospitante, che quest’anno è Bergamo.
E’ cambiato il contesto ecclesiale e anche geopolitico, possiamo dire che è cambiato il mondo. Ma il senso della marcia resta più che mai attuale, partendo proprio dal messagio del Papa per Giornata Mondiale della pace del 1 gennaio 2018: “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”.
La Giornata della Pace è anche occasione per denunciare le tante guerre di oggi e per rilanciare l’impegno per un disarmo nucleare e integrale. Proprio ai primi di novembre si è svolta in Vaticano la conferenza, a cui abbiamo partecipato anche noi di Pax Christi, “Prospettive per un mondo libero delle armi nucleari e per un disarmo integrale”, promossa dal Dicastero vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale. Questo incontro ha ribadito con fermezza un “no” alle armi nucleari e ha avuto un grosso stimolo proprio da Papa Francesco che, ricevendo in udienza i circa 350 partecipanti, ha detto: “Anche considerando il rischio di una detonazione accidentale di tali armi per un errore di qualsiasi genere, è da condannare con fermezza la minaccia del loro uso, nonché il loro stesso possesso, proprio perché la loro esistenza è funzionale a una logica di paura che non riguarda solo le parti in conflitto, ma l’intero genere umano”.
Sappiamo bene come il tema della pace, declinato come “no” alla guerra, alla produzione e vendita armi siano un punto fisso del magistero di Francesco. E’ importante iniziare l’anno con l’impegno a rinnovare la richiesta, con la campagna in atto ‘Italia ripensaci’. perchè anche l’Italia aderisca al trattato firmato lo scorso 7 luglio. La Giornata della Pace, insieme alla preghiera, è quindi anche impegno a denunciare che sul territorio italiano a Ghedi e ad Aviano sono presenti decine di testate nucleari ben più potenti di quelle di Hiroshima. Ad aiutare il comitato Riconversione della RWM, la ditta che in Sardegna, a Domusnovas, produce bombe che poi vengono vendute all’Arabia Saudita che bombarda lo Yemen. E questa è la conferma di come l’export di guerra made in Italy vada a gonfie vele: nel 2016 il fatturato è aumentato del 197%. Per non dire degli ivestimenti negli F35, dal costo di 130 milioni di Euro l’uno. Nel 2018 le spesi militari in Italia saranno di circa 25 miliardi. 54 milioni al giorno, circa 2,6 milioni all’ora.
Ecco il senso della Giornata e della Marcia della Pace, in cammino per non rassegnarci, assuefarci. Marciare per non marcire.
Sulle orme di papa Giovanni XXIII occorre dare voce a chi non ha voce e denunciare le strutture di peccato, i grandi interessi legati alla produzione delle armi, ricordando la sua famosa definizione della guerra, contenuta nella Pacem in Terris: Alienum est a ratione (cioè, è roba da pazzi).
E’ pura follia pensare che nell’era atomica la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustizia.” (Papa Giovanni XXIII, Pacem in terris, n. 67).
Renato Sacco
Coordinatore nazionale di Pax Christi