Tre cerchi concentrici, tre dimensioni per definire lo «stato di formazione» cui chiamare tutta la Chiesa diocesana nei prossimi anni per riscoprirne l’aspetto fondativo: la relazione con il Signore che ne fa comunità che anzitutto «accoglie» il Vangelo e che poi è capace di «trasmetterlo».
E’ questa la fisionomia il cammino formativo rivolto a tutta la comunità cristiana che caratterizza la proposta per l’anno pastorale 2018-2019 e di quelli successivi. L’ha presentata il vescovo Franco Giulio Brambilla, nell’assemblea diocesana al Santuario di Boca lo scorso venerdì 28 settembre 2018, durante la quale ha ripercorso i tre capitoli che costituiscono la lettera pastorale 2018 – 2019 Li mandò a due a due.
Nel primo, commentando il Vangelo di Marco da cui è tratto il titolo stesso dell’opera, il vescovo offre una riflessione su un «primo manuale della missione», mentre nel secondo presenta tre figure delle lettere paoline (Timoteo, Tito ed Epafrodìto) come esempi di un particolare carattere che deve contraddistinguere i discepoli.
Il terzo capitolo è dedicato agli aspetti dell’azione pastorale cui sono invitate parrocchie ed UPM con la spiegazione dei contenuti dei tre cerchi. In particolare, per il secondo cerchio – quello de Seminario dei laici – è dedicato alla formazione dei ministeri laicali: i membri di consigli pastorali ed affari economici, catechisti, animatori di coppia e famiglia, operatori caritas e missioni. Per tutti coloro, insomma, «che hanno già» un incarico nella comunità, ma anche per coloro che «intendono assumerlo».
Il vescovo ha proposto un percorso in cinque sabati che sarà ripetuto per tre anni in modo da consentire la più ampia partecipazione.
Ne pubblichiamo di seguito ampi stralci.
La formazione dei laici
(…) Possiamo immaginare in concreto questo ampio processo formativo con l’immagine dei centri concentrici: il primo più grande riguarda la formazione della coscienza cristiana come tale; il secondo intermedio che si riferisce alla formazione dei ministeri laicali esistenti e nuovi; il terzo più piccolo che si dedica alla formazione delle équipes pastorali . Il primo contiene gli altri due, il secondo e il terzo specificano il primo. (…)
Il cerchio più grande: la formazione della coscienza cristiana
(…) Il primo cerchio più comprensivo procede all’educazione della coscienza testimoniale nel corpo vivo della pastorale. Ciò non avverrà solo per i laici, ma con i laici, uomini e donne (…)
In primo luogo, bisognerà imparare a leggere i bisogni della vita della gente e trovare gli spazi ecclesiali, dove si può stabilire una buona circolarità tra la libertà delle persone e l’annuncio del vangelo. In secondo luogo, bisognerà scegliere e puntare su due o tre momenti della vita delle parrocchie nell’UPM che valorizzino tale aspetto formativo della coscienza cristiana (…).
Spendo una parola per illustrare il primo aspetto. Formare la coscienza cristiana significa far incontrare il vangelo con la vita quotidiana delle persone. Da una parte, infatti, l’azione pastorale incontra i “bisogni umani” delle persone nella loro situazione esistenziale, che richiede una risposta diversificata. Di fronte a queste istanze della vita umana la comunità cristiana è stimolata a non presentarsi esclusivamente con la figura del prete, ma s’impegna a leggere con i laici le diverse situazioni a partire anche dalla loro esperienza concreta. (…) Dall’altra parte, l’azione pastorale è a sua volta capace di generare “luoghi umani”, animati dalla comunità cristiana. La comunità crea rapporti nuovi, dinamiche comunitarie fresche, risana a volte situazioni umane deteriori, dà volto anche a quartieri degradati, introduce movimenti di umanizzazione. Diventa allora interessante ripensare il valore educativo dei “luoghi ecclesiali”: la chiesa aperta come luogo di accoglienza. (…)
Per quanto riguarda il secondo aspetto, propongo alcuni percorsi esemplari, che ciascuna UPM potrà arricchire :
– Una proposta qualificata per la messa domenicale nei tempi liturgici forti: con l’aiuto dei ministeri liturgici già esistenti si proponga un cammino di Avvento e di Quaresima con un forte tratto educativo della coscienza cristiana, magari valorizzando anche una “domenica della comunità”.
– Un percorso dedicato ai genitori dei ragazzi dell’iniziazione cristiana: negli anni dell’iniziazione cristiana dei figli (prima comunione e cresima) si proponga ai genitori un cammino per la riscoperta della vita di coppia e di famiglia, facendo diventare la stagione di iniziazione dei ragazzi anche un momento di maturazione della vita di coppia, accompagnando la famiglia in questa nuova stagione.
– Un ripensamento coraggioso dei percorsi di preparazione al matrimonio cristiano: la caduta della richiesta di sposarsi in chiesa ci chiede di ripensare radicalmente il corso fidanzati, trasformandolo in percorso di iniziazione al matrimonio cristiano. Bisognerà articolare attraverso nuovi contenuti e strumenti, predisposti dal nostro Ufficio Famiglia, il valore aggiunto che la domanda di “sposarsi nel Signore” contiene almeno in modo virtuale: approfondire il senso di una scelta di vita definitiva e come c’entra il sacramento cristiano per far maturare tale scelta.
– Un cammino speciale di discernimento vocazionale per giovani: come frutto del Sinodo dei giovani, i responsabili di pastorale giovanile con i loro gruppi offrano, magari in sinergia tra più UPM vicine, un cammino di orientamento e discernimento vocazionale, con temi cruciali della vita giovanile, quali l’affettività, il lavoro, le relazioni, la scelta di vita, la costruzione del domani.
– Un luogo di riflessione ed educazione alla carità pratica cristiana: segnali preoccupanti rivelano l’affievolirsi del senso di accoglienza e lo spegnersi della spinta ad una carità attiva. Per questo inquietano la coscienza cristiana: si può pensare alla Giornata mondiale che Papa Francesco ha dedicato ai poveri (18 novembre 2018) come a un momento propizio di sensibilizzazione delle comunità cristiane della diocesi. (…)
Il cerchio intermedio: la formazione dei ministeri laicali
Il cerchio intermedio è dedicato alla formazione dei ministeri laicali ad intra e ad extra. È la formazione teologica, spirituale ed ecclesiale, per tutti coloro che hanno già o intendono assumere un incarico ministeriale (…).
La scelta della nostra diocesi è di offrire un “tempo di formazione” che, per così dire, sia la casa del “Seminario dei laici”. Si tratta della proposta di cinque sabati chiamati col titolo di questa lettera pastorale “Li mandò a due a due”, per imparare a “stare col Signore” e “lasciarsi inviare” da Lui. Sono messi in calendario per tutta la diocesi. Possiamo indicare i destinatari e i contenuti essenziali che potranno essere precisati cammin facendo.
– Il “tempo di formazione” consiste in una proposta triennale, in modo tale che lungo il triennio tutti i ministeri laicali possano fare almeno un percorso annuale. Esso è pertanto aperto a tutti coloro che hanno già o intendono assumere un incarico ministeriale (membri dei consigli pastorali e affari economici, animatori liturgici, catechisti, coppie e famiglie, operatori caritas e missionari, altri servizi ad extra, come volontari, operatori sociali e politici).
– Gli “ambiti di formazione” previsti si distendono su cinque sabati con momenti che introducano ai diversi aspetti della vita cristiana, pastorale e sociale, alternando momenti di preghiera, riflessione sulla parola, ascolto di esperti, confronto, laboratori pratici, conoscenza di esperienze.
– I “temi di formazione” non hanno di mira subito l’abilitazione a un ministero specifico, ma l’educazione al sensus ecclesiae e l’assunzione della capacità di discernimento comunitario. Il programma avrà come suo punto focale la conoscenza e la personale esperienza dei luoghi essenziali dell’agire pastorale della chiesa e delle attenzioni all’umano e ai temi del tempo attuale, come ho cercato di illustrare nel mio Liber Pastoralis.
– I “soggetti di formazione” saranno prima di tutto le persone che parteciperanno a questo momento del “Seminario dei laici”. Saranno accompagnati non solo da figure significative della chiesa diocesana, ma si confronteranno anche con altri testimoni della vita cristiana e dell’impegno pastorale attuale, per imparare dal vivo il rapporto con le persone, il senso ecclesiale e il discernimento comunitario.
Il cerchio più piccolo: la formazione delle Équipes pastorali
(…) Il cerchio più piccolo realizzerà la formazione dei membri delle Équipes pastorali. In concreto si dovrà pensare a un “percorso specifico” caratterizzato non solo da un’introduzione teorica, ma anche da momenti – weekend, laboratori di sperimentazione, settimana estiva – in cui sia messa alla prova l’abilitazione pratica di questo ministero pastorale delicato, formando una vera coscienza ministeriale e la capacità di aprire le parrocchie al lavoro pastorale integrato delle UPM. (…)
(…) Non potrà mancare anche un forte momento di formazione ecclesiale e spirituale. La povertà di formazione ecclesiale e spirituale genera spesso visioni particolari, ma senza coscienza personale e senso ecclesiale, che non approdano a una vera autonomia cristiana e ministeriale dei laici. (…)
(…) Dal confronto con i Moderatori di UPM, e con l’avallo anche del Consiglio Episcopale, si è pensato di rinviare l’inizio di questo terzo momento del Seminario dei Laici all’anno successivo, per permettere a tutte le UPM di nominare in modo stabile i membri laici delle Équipes pastorali e poter beneficiare anche dei suggerimenti e delle esperienze del secondo momento, ricordato sopra, proposto a tutti gli operatori pastorali della diocesi. (…)