Discorso del vescovo Brambilla alla curia Novarese

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Una meditazione sulla natività, sulla vita come dono, sull’indagine filosofica e sociale del ‘900 che ha dimenticato la centralità della nascita per concentrarsi sulla morte. E un richiamo, fortissimo, a lasciarsi “stupire” dal Natale. L’ha fatta il vescovo Franco Giulio durante il discorso agli auguri natalizi ai direttori e collaboratori della curia diocesana.

Come tradizione, a portare gli auguri al vescovo a nome di tutta la curia, il vicario generale don Fausto Cossalter, che nel suo intervento ha ricordato gli eventi lieti – i diversi fiocchi rosa e azzurri arrivati nelle famiglie del personale e dei collaboratori – ed i lutti.

Don Cossalter ha poi fatto una riflessione proprio sul lavoro della curia, fatto di quotidiano impegno, tra fatiche, imprevisti e soddisfazioni per i buoni risultati raggiunti. E proprio sul tema della quotidianità, il vicario generale ha «regalato» una riflessione di Sandro Venturoli, psicoterapeuta milanese scomparso poche settimane fa. «Chiamiamo felicità la ricerca dell’eccezionale, dello straordinario e banalizziamo il quotidiano nonostante esso e solo esso è: lo spazio della fede, dell’amicizia, dell’amore, della sete di giustizia; la scuola della sobrietà o il dominio della voracità; l’esercizio della pazienza o la nevrosi dell’impazienza- ha detto don Cossalter riportando le parole di Venturoli al convegno Cei di pastorale della salute -. Solo lì nel quotidiano si scopre la forza curativa delle relazioni e quella distruttiva delle parole. Non va addolcito né idealizzato il quotidiano, va solo vissuto… consapevolmente».