Il Signore annuncia la pace: dalla Cei un sussidio per l’Avvento e il Natale

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«Il Signore annuncia la pace». E’ il Salmo 85 a fare da filo conduttore al sussidio per l’Avvento e il Natale 2017 curato dall’Ufficio Liturgico Nazionale, disponibile e sfogliabile online.

Si tratta di una guida per le parrocchie alle quattro domeniche di Avvento e alle date centrali del tempo di Natale: la solennità della Natività (25 dicembre), la festa della Santa Famiglia (31 dicembre), la solennità di Maria Madre di Dio (1 gennaio), quella dell’Epifania (6 gennaio) e la festa del Battesimo del Signore (7 gennaio). Per ogni appuntamento vengono proposti sia approfondimenti della Parola, sia alcuni suggerimenti liturgici: dai canti a riti da compiere.

Un percorso – scrive il segretario della Cei mons. Nunzio Galantino nell’introduzione – che ripropone con forza «le linee essenziali della liturgia: gesti, parole e canti che introducono a un ascolto intenso e coinvolgente, che mettendoci al riparo da un facile protagonismo individualistico e dalla spettacolarizzazione emotiva, rendono possibile una comunione spirituale profonda e consentono di celebrare e vivere una festa piena e gioiosa, aliena dall’evasione deresponsabilizzante».

Gioia del pregare e del vivere insieme il Tempo di avvicinamento al Natale, dunque, senza chiudere gli occhi sulla realtà. Ma con uno sguardo di speranza e di conversione. E così sembra fatta proprio guardando alle preoccupazioni e alla situazione dell’oggi, la scelta del tema del sussidio per l’Avvento di quest’anno.

«Di fronte a coloro che covano progetti di guerra, ‘il Signore annuncia la pace’; di fronte a coloro che pronunciano parole cariche di risentimento, animosità, o addirittura disprezzo, ‘il Signore annuncia la pace’ – scrive ancora mons. Galantino -. Anche per noi credenti, che troppo spesso siamo tentati di essere i protagonisti della missione, le parole del salmo costituiscono una delicata ammonizione: è il Signore che per primo annuncia. Papa Francesco ci ricorda che la vera pace non possiamo fabbricarla noi, perché non sarebbe duratura».