Lunedì 31 gennaio ricorre la memoria liturgica di San Giulio.
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La notizia di un culto a san Giulio risale alla fine del secolo VIII. Egli fu uno dei primi presbiteri evangelizzatori delle terre del medio novarese.
Con la conversione dei Longobardi ed in epoche successive la venerazione a Giulio, incentrata sul suo sepolcro nell’isola omonima del Lago Cusio o di Orta (Novara), ebbe larga diffusione, come attestano i pellegrinaggi di intere comunità alla sua tomba e le molte chiese a lui dedicate nella diocesi di Novara e nelle diocesi limitrofe. Secondo la vita liturgica scritta nei secoli XI e XII quando un collegio di canonici officiava la sua basilica, Giulio, giunto a queste contrade dalla Grecia (Isola di Egina), rappresenta l’ideale del ministro del Vangelo radicato secondo l’insegnamento paolino nella fede e nella carità. Fondatore di chiese e di comunità cristiane, rifulge soprattutto come padre dei poveri, efficace protettore contro le insidie del male, taumaturgo e consolatore degli afflitti.
La sua memoria propone alla chiesa novarese la missione del prete dedito all’evangelizzazione ed in grado di essere guida autentica della comunità con la parola e con la vita.