Adorare

FacebooktwittermailFacebooktwittermail
Omelia per la Solennità del Corpo e del Sangue del Signore
20-06-2019

Benché una volta all’anno sia celebrata la grande festa della Pasqua e ogni domenica si celebri la Pasqua settimanale, la sapienza della Chiesa ha voluto nel tredicesimo secolo – ne abbiamo parlato negli anni passati – istituire la festa del Corpus Domini, una festa in cui il nostro sguardo e il nostro cuore fossero concentrati sull’adorazione del Signore Gesù, presente nell’Eucaristia e di conseguenza presente in mezzo a noi.

Negli anni passati ho già spiegato e commentato il testo, che abbiamo la fortuna di avere nell’originale, della Bolla Transiturus di Papa Urbano IV del 1264 che istituiva la festa del Corpus Domini, oggi custodito nel nostro Archivio Diocesano e ritrovato nella casa parrocchiale di Bognanco.

Quest’anno suggerisco solo tre brevi spunti sul significato del verbo adorare. Verbo che deriva dal latino, e che tradotto corrisponde all’italiano, ed è composto da due parole: la preposizione “ad” e il verbo “orare” – pregare, rivolgersi a qualcuno con la preghiera. A sua volta lo stesso verbo orare deriva dalla parola latina os-oris che significa bocca, e secondo il Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Francesco Bonomi, indica «l’atto di riverenza con cui un viandante si accostava ad una persona, degna di rispetto, passava dinanzi ad essa, inchinandosi leggermente e toccando colla destra l’oggetto della propria riverenza, mentre con la sinistra si portava alla bocca baciandola e quindi agitandola verso l’oggetto che s’ intendeva onorare». [Prosegui la lettura nel PDF allegato]