Carissimi fratelli e sorelle,
carissime monache dell’abbazia “Mater Ecclesiæ”,
carissimi amministratori, cari sacerdoti,
un cordiale saluto a tutti voi.
Tre parole voglio indicarvi come il filo rosso che guida la nostra meditazione durante questa liturgia, che celebra in diocesi la terza e ultima festa dei santi Patroni: il 7 gennaio san Giuliano a Gozzano, il 22 gennaio san Gaudenzio a Novara e, finalmente, il 31, oggi, san Giulio qui all’Isola che da lui prende nome. Sono i santi che hanno evangelizzato questa regione che si apre al Nord-Europa e, come ho già avuto modo di dire, non hanno temuto di seguire la parola del Vangelo, là dove è detto che Gesù li inviò a due a due (cfr. Lc 10,1). Così fecero Giulio e Giuliano, perché si realizzasse anche quell’altra parola contenuta nel libro del Qoèlet, per cui è meglio essere in due che da soli, perché se uno cade, l’altro è pronto a soccorrerlo e a sostenerlo (cfr. Qo 4,9-10). [Prosegui la lettura nel PDF allegato]