Sotto la volta restaurata a nuovo della nostra cattedrale di Novara, attraverso cui brilla riportata all’antico splendore ottocentesco l’ardita concezione del grande architetto Antonelli (Ghemme 1798 – Torino 1888), celebriamo per la prima volta gli ordini sacri nella festa della chiesa Madre. La “cattedrale” indica appunto che qui si trova la cattedra del vescovo.
Lo facciamo con gioia per cinque nostri giovani e meno giovani che si sono lungamente preparati, e che oggi raggiungono il primo traguardo con l’ordinazione diaconale. Forse non tutti coloro che sono qui sanno che, dal Concilio Vaticano II, ci sono due forme del diaconato, l’una transeunte che è quella che ricevono i nostri cinque amici per diventare poi, se Dio vorrà preti, e l’altra permanente per coloro che, sposati o celibi, vogliono rimanere nel diaconato.
E allora nel sacramento del diaconato, abbiamo come una sorta di cuore, di strato fondamentale, che poi, nelle successive ordinazioni, quando si diventa preti o vescovi, non si perde, ma viene mantenuto, anzi esaltato. Ed è di questo che voglio parlarvi, seguendo le tre letture che voi stessi avete scelto, con non poco ardimento.
[prosegui la lettura nel PDF allegato]