Assunzione al cielo di Maria, cinque minuti con la Parola

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Una piccola Lectio, una proposta per ritagliarsi cinque minuti di preghiera e ascolto della Parola.

Il testo è tratto da Ho scelto te,  sussidio di preghiera della diocesi di Novara, pensato e progettato dall’équipe dell’Ufficio per la Pastorale giovanile.

 

Dal Vangelo secondo Luca (1, 39-56)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. Allora Maria disse:
“L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre”.
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Commento
Ed ecco che Maria, portando in grembo quel figlio an- nunciato dall’Angelo, forse un po’ preoccupata, va dall’anziana cugina Elisabetta, anche lei in attesa di un figlio, nonostante l’età avanzata. Maria forse ci va per guardare con i propri occhi, quasi per verificare che tutto ciò che ha visto e sentito, sia opera di Dio e non sia frutto di un’allucinazione come le malelingue vogliono. E questo incontro è un’esplosione di gioia, un evento pieno di Spirito, una magnifica danza all’opera di Dio. Il canto del Magnificat è gioia per le due donne, è la conferma che tutto ciò che si aspettavano non erano favole dei vecchi, ma l’immenso progetto di bene che Dio aveva e ha sull’intera umanità. E queste righe intrise di storia e di gioia invitano ciascuno a rileggere i propri eventi personali – piccole e grandi vicissitudini della vita – sotto la luce del grande progetto di Dio, il progetto che compie attraverso di noi: fidiamoci come Maria ed Elisabetta, per cantare il nostro Magnificat! Diciamo il nostro sì che ci permetterà di vivere ogni giorno alla luce della sua presenza.

Preghiera
Voglio lodare il mio Signore,
voglio dare piena fiducia al mio Signore,
che opera silenziosamente per preparare
gli eventi decisivi
per la mia e la nostra salvezza.