I Carabinieri restituiscono alla diocesi un prezioso dipinto rubato

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La porzione di un dipinto olio su tela (cm.65×55), raffigurante “Cristo a mezzo busto”, attribuito all’artista milanese Filippo Abbiati (1643-1715), è stato restituito dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza alla Diocesi di Novara durante una conferenza stampa alla quale sono intervenuti il vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla, il comandante del Nucleo Tutela Ten. Col. Francesco Provenza e il direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici Paolo Mira.

Le indagini e il ritrovamento

L’indagine iniziata nel 2010, quando, nel contesto di un’ampia attività investigativa finalizzata al contrasto di una pluralità di reati in danno del patrimonio culturale, con riflessi di natura fiscale e doganale, ha portato, nel corso di perquisizioni eseguite in Svizzera e Lombardia, del sequestro del bene, unitamente a molti altri.

Recentemente, a seguito di ulteriori approfondimenti svolti in collaborazione con la Diocesi di Novara, i militari hanno accertato che il dipinto corrispondeva perfettamente alla porzione di un’opera d’arte di più grandi dimensioni, oggetto di furto consumato nel mese di maggio 1990 nella chiesa di San Martino a Vignone e censita nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo.

Il risultato investigativo è anche frutto della collaborazione condotta da diversi anni tra la Conferenza Episcopale Italiana ed il Ministero della Cultura sulla tutela del patrimonio culturale ecclesiastico, sinergia che, parimenti, caratterizza l’operato delle Soprintendenze, degli Uffici diocesani per i beni culturali e del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, a livello centrale e con le sue articolazioni territoriali.

Il ringraziamento del vescovo

«Ringrazio i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza per il loro prezioso lavoro, reso possibile dalla collaborazione con il nostro ufficio per i beni culturali ecclesiastici e con le soprintendenze – ha detto il vescovo Brambilla -. Il ritorno di questa opera in diocesi di Novara dimostra l’importanza del lavoro di catalogazione del nostro patrimonio artistico: dalle opere più visibili, come questo dipinto a olio, sino a quello più “nascosto”: penso agli altari barocchi, ai decori lignei, agli oggetti sacri. La catalogazione è poi un strumento importante non solo per la tutela, ma anche per la valorizzazione del nostro patrimonio: in diocesi abbiamo circa 3500 chiese, alcune veri gioielli artistici, che non vanno “musealizzate” ma tenute vive».

Il lavoro dell’Ufficio dei Beni Culturali Ecclesiastici

«L’opera, in fase di commercializzazione, era stata attribuita a Guido Reni. Il nostro ufficio con uno studio sul quadro e con il confronto con il nostro catalogo è riuscito ad attribuirla a Filippo Abbiati, riconducendola all’opera di più grandi dimensioni che era ospitata nella chiesa di San Martino a Vignone sino al furto del 1990 e che era stata sottoposta ad un restauro nel 1975. Ad oggi abbiamo catalogato oltre 110mila opere di arte sacra presenti in diocesi. Un lavoro complesso e impegnativo che prosegue: stimiamo che  le opere da mettere a catalogo saranno 450mila», ha detto Paolo Mira.