Da Orta a Tiberiade, dalla perla di spiritualità e bellezza paesaggistica «nella cornice incantata del Cusio» al lago vicino alla casa paterna di Gesù «nella Galilea delle genti», teatro del «segreto di Nazareth»: quei primi trent’anni della sua vita che i Vangeli non raccontano e che pure sono stati palestra insostituibile perché potesse «operare un prodigioso scambio tra i linguaggi umani e la Parola di Dio». E’ una riflessione che parte dallo sguardo ammirato sulla natura e sul nostro territorio e arriva alla contemplazione del mistero dell’incarnazione, quella che propone mons. Franco Giulio Brambilla nel suo messaggio di Natale di quest’anno. A ispirarlo, il “presepe galleggiante” allestito, come tradizione, dall’associazione A&TEAM di Pettenasco.
Di seguito il testo integrale, scaricabile anche in PDF.
Carissimi,
quest’anno è Natale sul lago. Sul nostro lago d’Orta, nella cornice incantata del Cusio. Gesù è la Parola che si fa carne e s’immerge nel nostro mondo. Venuta dal silenzio di Dio, la Parola illumina e riscalda tutte le cose della vita. E accarezza le onde quiete che increspano i flutti del nostro quotidiano esistere.
È una felice intuizione questo Presepe sul lago, sullo sfondo dolce e soave della riviera cusiana. Il piccolo lago d’Orta, nella conca argentata del Cusio, assomiglia da vicino al lago di Galilea. Quando lo si solca e vi si legge il Vangelo, pare che s’odano le parole di Gesù che spirano come brezza leggera che culla le onde appena smosse dal vento.
E che c’entra il lago col mistero del Natale? Perché il Presepe costruito da mani creative su una piccola chiatta, quasi isola che emerge dalla superficie lacustre, ci fa sognare una nuova nascita? E ci richiama all’Isola di san Giulio, che affiora al centro del lago, cuore pulsante del silenzio e della preghiera, dove una comunità monastica da 45 anni prega per noi e con noi? Anzi, ci ricorda la nascita di Gesù, il canto degli angeli e il mormorio leggero dei salmi, che ha attirato a sé molte persone in cerca di pace, di silenzio e di un minimo d’azzurro.
Questo è il segreto di Nazareth, che Gesù ha vissuto tra la sua casa paterna e le visite sul lago di Tiberiade, nella Galilea delle genti. Il Natale non è solo la nascita a Betlemme, ma la lunga gestazione durata trenta interminabili anni, in cui la Parola che viene dal seno del Padre cresce nel grembo della sua terra, sillaba la lingua di Maria e impara la fatica di vivere di Giuseppe. La Parola “viene tra la sua gente” e “si fa carne”, per operare un prodigioso scambio tra i linguaggi umani e la Parola di Dio.
Osservate come vede la vita Gesù: guarda gli uccelli del cielo, i gigli dei campi, il seme gettato nella terra, il piccolo granello di senape, il grano buono e la zizzania infestante, i pesci raccolti nella rete, la barca sballottata dai flutti, la tempesta sedata, la donna che cerca la moneta perduta, il buon pastore che porta la pecora ferita, il padre con i due figli, l’uno indisciplinato e l’altro bamboccione, e poi narrando molto ancora nelle sue insuperabili parabole…
Il messaggio di Gesù sul Regno di Dio, sulla sua prossimità amica, sulla tenera misericordia del Padre, donde viene se non dalla Galilea incastonata dal suo lago scintillante?
È Natale. Gesù nasce anche per noi sul lago, quando la Parola di Gesù fa lievitare le nostre povertà, consola le solitudini moderne, guarisce le famiglie ferite, apre alla tenerezza del Padre.
Buon Natale!!!
+ Franco Giulio Brambilla
Vescovo di Novara