Oggi, 18 dicembre 2017, ricorrono i trent’anni della scomparsa di mons. Placido Maria Cambiaghi, vescovo di Novara dal 1963 al 1971.
Nato a Monza il 18 settembre 1900, mons. Cambiaghi venne ordinato sacerdote a Roma 15 marzo 1924 nella Congregazione dei Chierici Regolari di S.Paolo (i padri Barnabiti).
Laureato in lettere classiche, oltre all’insegnamento del greco e del latino nei vari collegi retti dai Barnabiti, fu prima vicedirettore e poi rettore – dal ’34 al ’39 – del celebre collegio Carlo Alberto di Moncalieri.
Il 15 novembre 1953 venne nominato vescovo di Crema e nella città lombarda profuse la sua impegnativa attività pastorale, portando anche a compimento l’importante opera di ripristino della Cattedrale.
Dieci anni dopo, nel 1963, venne trasferito nella nostra diocesi. «Sacerdoti e laici, ne ricordano con affetto la grande bontà, la sensibilità verso i problemi di tutti, l’appassionata dedicazione alla cura della Chiesa gaudenziana», si legge in un articolo di ricordo pubblicato sul numero di gennaio della Rivista diocesana 1988. Anche a Novara, ricorda sempre la Rivista, si dedicò al restauro interno e dell’area presbiterale della Cattedrale, in occasione del centenario della consacrazione.
Rinunciò per motivi di salute il 30 ottobre 1971. Dal 1972 al 1987 fu presso la Curia Generalizia dei Padri Barnabiti al Gianicolo. In questi anni collaborò con la Cei, come direttore dell’Ufficio Scuola e direttamente con il card. Ugo Poleti, da cui fu incaricato di presiedere a suo nome e in sua vece il Capitolo della Basilica Lateranense.
«Proprio mentre si preparava a ritornare in diocesi per l’ordinazione episcopale di mons. Enrico Masseroni da lui ordinato prete nel ’63 – si legge ancora nella Rivista diocesana -, un ictus cerebrale lo colpiva e lo portava alla morte». Morì a Roma, al Policlinco Gemelli, il 18 dicembre 1987. La sua salma fu tumulata nella cattedrale di Novara.
«Di lui resta il ricordo di una vita lunga ed intensa, totalmente dedicata al servizio della Chiesa, sul fronte dell’impegno pastorale e civile».

Mons. Placido Maria Cambiaghi