È una cosa sorprendente il fatto che questa sera conferiremo il ministero del lettorato e dell’accolitato a dieci giovani seminaristi (sette lettori e tre accoliti), proprio nel tempo in cui papa Francesco, con i due Motu proprio Spiritus Domini e Antiquum ministerium, e poi i vescovi italiani, hanno aperto a uomini e donne laici il ministero del lettorato e dell’accolitato e il nuovo ministero della catechista.
Ciò significa che tutti coloro, come voi, che ricevono tali ministeri nel cammino di preparazione al presbiterato e che lo vivono come un “segno”, anche se forse è qualcosa di più, passando attraverso le tappe che la Chiesa propone ai candidati al presbiterato, potranno percepire che diventare preti non azzera le altre forme di servizio nella Chiesa, ma, portandole dentro di sé, dovranno riconoscerle domani anche fuori di sé, nelle persone che invece saranno “istituite”, come si dice in modo proprio, nei ministeri di catechista, accolito e lettore.
I vescovi italiani hanno scelto di non conferire tali ministeri in modo indiscriminato, ma piuttosto di istituire figure che nella comunità cristiana possono fare da coordinatrici, da punti di riferimento e di animazione per i lettori, i ministri straordinari della comunione e i catechisti. Per esempio, la persona chiamata al ministero di catechista viene “istituita” a servizio di tutti gli altri che nella comunità svolgono il compito di catechista, coordinandole e animandole. Così, dunque, voi che ricevete questi due ministeri, li dovete assumere come qualità che permangono, insieme al diaconato, anche nel ministero sacerdotale che, a Dio piacendo e a suo tempo, vi verrà donato.
Illustriamo allora alcuni aspetti della Parola di Dio di questa feria di Avvento, così bella e provvidenzialmente adatta per la nostra celebrazione. Essa ci presenta un dittico che parla del senso del ministero nella Chiesa, non solo rivolgendosi a coloro che sono in cammino per diventare preti, ma anche per quelli che vorranno e potranno domani prendersi cura della fede degli altri. Proprio questo è il ministero: il servizio di prendersi cura della fede altrui. I tre ministeri istituiti dalla Chiesa sono, per così dire, quelli ufficiali, ma ve ne sono altri che accompagnano il cammino della fede, come il ministero della consolazione, il ministero della carità, il ministero missionario e molte altre forme che per ora i vescovi riconoscono di fatto, anche se non sono stati “istituiti”.
Le due pagine della Sacra Scrittura, rispettivamente la prima lettura con il profeta Isaia (11,1-10) e poi il vangelo secondo Luca (10,21-24) potrebbero essere intitolate: “I sette doni dello Spirito e gli occhi semplici del credente”. Ciò significa che per diventare e assumere un ministero della Chiesa, cioè un servizio a favore della fede degli altri, è necessario essere plasmati e lavorati dal di dentro dai sette doni dello Spirito, così si crei la condizione perché siano accolti dagli occhi semplici del credente.
Dei due aspetti si parla rispettivamente nel capitolo 11 del profeta Isaia, una delle visioni più belle di tutta la Scrittura, e poi nell’Inno di giubilo che abbiamo ascoltato nel brano di Vangelo, là dove Gesù, mentre scende di notte dal monte, esprime questa preghiera che rimane forse la più trasparente, più profonda, più sincera, più luminosa del Signore.