Domenica 5 marzo in Cattedrale il vescovo Franco Giulio Brambilla celebrerà il rito della elezione al Battesimo di ventitre persone adulte, italiane e provenienti da altri Paesi. Accompagnati dai catechisti, dai padrini e dalle madrine, saranno presentati al vescovo per chiedere di poter divenire cristiani, ricevendo i sacramenti della Iniziazione cristiana: Battesimo, Confermazione ed Eucaristia nella notte della prossima Pasqua.
«Il rito dell’elezione conclude il catecumenato, apre la Quaresima e accompagna alla Veglia di Pasqua, notte in cui saranno celebrati i sacramenti – spiega don Walther Ruspi collaboratore dell’ufficio diocesano catechesi e liturgia per il catecumenato degli adulti -. Questa Quaresima vuole essere un tempo di purificazione e di illuminazione vissuto con la Comunità parrocchiale. Il catecumeno, in questo rito, viene “eletto”, cioè scelto, per essere battezzato e il suo nome viene scritto nel libro degli “eletti” per il Battesimo».
I catecumeni provengono da dieci parrocchie della diocesi: Castelletto Ticino, Trecate, Montecrestese, San Gaudenzio, Sant’Andrea e Sant’Antonio di Novara, Maria Ausiliatrice, Madonna di Campagna, San Vittore e San Leonardo di Verbania. «Al rito dell’elezione sono ammessi coloro che il Vescovo, sentiti i responsabili del cammino di preparazione, ritiene idonei, perché dopo aver ascoltato il Vangelo e la parola di fede della Chiesa, hanno mostrano la volontà di vivere secondo il Vangelo. L’elezione ci parla dell’azione di Dio, ove tutto è dono da parte Sua, mentre il “nome” scritto nel libro degli “eletti” è la risposta alla chiamata di Dio che introducendoci nella Chiesa, ci presenta una missione da vivere, una testimonianza da dare, una partecipazione e solidarietà nella carità della Chiesa», aggiunge don Ruspi. Che sottolinea la forza di testimonianza e la dimensione comunitaria di questo rito. «Il rito celebrato in Cattedrale è un segno per la Chiesa di questo secolo, dove la fede è sempre più una scelta adulta e un dono da riscoprire in tutta la comunità cristiana, forse abituata a dirsi cristiana solo per eredità, come cosa scontata».
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