Terza domenica di Quaresima, cinque minuti con la Parola

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Una piccola Lectio, una proposta per ritagliarsi cinque minuti di preghiera e ascolto della Parola, nella giornata di oggi, terza domenica di Quaresima.

Perché, scrive in nostro vescovo Franco Giulio «La Parola che ascoltiamo, la meditazione con cui l’accogliamo, la disponibilità con cui plasmiamo il nostro cuore, la preghiera che scaturisce dentro di noi, la risposta che affiora sulle nostre labbra, questo è il percorso con cui ci “lasciamo scegliere” dal Signore».

Il testo è tratto da Ho scelto te sussidio di preghiera della diocesi di Novara, pensato e progettato dall’équipe dell’Ufficio per la Pastorale giovanile

Dal Vangelo secondo Giovanni (2, 13-25)

Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambia monete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: “Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!”. I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: “Quale segno ci mostri per fare queste cose?”. Rispose loro Gesù: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. Gli dissero allora i Giudei: “Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?”. Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fdava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

Commento della Parola

Il tempio è il luogo in cui si celebra quell’amore forte e geloso di Jahvè, ma quello che Gesù si trova innanzi è un mercato dove si fa compravendita delle grazie del Signore. La storia d’Israele ha parlato dell’amore gratuito del Padre e ora questo viene travisato attraverso la compravendita: quasi che si possa dare a lui qualcosa in cambio, quasi che si possa comprare la sua tenerezza. Dunque, in gioco ci sono due visioni di Dio opposte: o il “Dio papà” che Gesù annuncia o un “Dio poco raccomandabile”, da tenersi buono e magari comprare. La scelta è chiara e il segno altrettanto: il luogo dove si mostra l’amore di Dio non è un tempio, costruito dalle mani dell’uomo, ma è la persona di Gesù. La sua storia, in quanto si fa permeare e guidare della tenerezza del Padre, diventa la spiegazione più chiara di chi è Dio, fno alla sua morte di croce: un Dio che dice “sì” a noi fno alla fne. E Gesù condivide con noi questo dono e responsabilità: anche la mia storia può essere un rifesso della misericordia di Dio.

Preghiera

Gesù,
il tuo amore forte allontani da me
la tentazione di farmi un Dio da comprare o mercanteggiare.
Padre,
donami di scoprire il tuo volto,
che precede e sopravanza con tenerezza ogni mio passo.
Spirito,
prendi possesso di questa mia vita,
guidala a essere dono per i fratelli.