Carissimi,
questa mattina celebriamo il rito della professione perpetua solenne della nostra sorella Maria Scolastica. Il suo nome di battesimo era Elisa. Essendo nata il giorno 10 febbraio, festa di santa Scolastica, sorella di san Benedetto, durante il rito di vestizione ne ha ricevuto significativamente il nome come “nome nuovo”, nome di vocazione.
Saluto cordialmente i genitori, i parenti, tutti voi qui presenti e la numerosa comunità monastica dell’Isola di San Giulio.
Suor Maria Scolastica la scorsa settimana mi ha scritto una sorta di ampia lettera raccontandomi i punti fondamentali della sua vita e della sua vocazione. Un’espressione mi ha colpito e mi ha fatto trovare il filo conduttore di ciò che andrò dicendovi. Ha fatto ingresso in monastero nel 2014 e in questi anni – come lei stessa dice – tre sono stati i suoi “amori”: l’amore alla Parola di Dio, l’amore alle figure del monachesimo della Chiesa d’Oriente e d’Occidente, e l’amore al canto gregoriano.
Su di essi vorrei soffermarmi in questo momento di riflessione che, nella sua sapienza, la Chiesa prevede prima del rito, perché non si vada incontro in modo quasi trafelato alla successione dei gesti, ma si abbia la possibilità di viverli con cuore disteso. Soffermiamoci dunque su questi tre “amori”, che, letti in dissolvenza sulle tre letture della Liturgia della Parola scelta per la celebrazione (Os 2,16.21-22; Rm 12,1-18; Mt 11,25-30), mi sembra esprimano bene il senso di quanto sta avvenenendo. [Prosegui la lettura nel PDF]