Deum et animam scire cupio

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Presentazione del libro di A. Genovese "Moriaria ne moriar"
27-04-2022

All’inizio dei Soliloquia, che sant’Agostino scrive nella quiete di Cassiciacum durante l’inverno che va dal 386 alla Pasqua del 387, quando riceverà il Battesimo a Milano, ricorre il dialogo che vi ho appena letto e che descrive bene il momento spirituale a cui era arrivato il giovane retore, approdato nella capitale occidentale dell’impero in cerca di fortuna. Tuttavia, le illusioni giovanili di una carriera fulminante di professore di retorica s’erano fatte sbiadite ed era emerso prepotente il desiderio di ricerca della verità, dopo la sofferta e per certi versi drammatica parentesi del periodo manicheo. Ormai egli stava arrivando alla fede cristiana, forse gli mancava ancora di trovare la maternità della Chiesa con i suoi sacramenti. S’era concesso una pausa a Cassiciacum, vivendo alcuni mesi con un circolo di amici cercatori della verità. Ambrogio, a cui Agostino si era rivolto, l’aveva affidato a Simpliciano, punto di riferimento del circolo dei neoplatonici di Milano, prete saggio a cui Agostino dedicherà poi con gratitudine un’opera scritta nel 397. [Prosegui la lettura nel PDF allegato]