Esordio
“Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle” (Gn 15,5). Quest’espressione che ricorda
un incontro di quattro mila anni fa, ha avuto uno strano destino: più gli uomini e le donne hanno guardato il cielo, più le stelle sono aumentate. I nostri strumenti attuali ci consentono di vedere il firmamento ancora più in profondità, pur in confronto ai cieli stellati dell’antichità che, senza l’inquinamento luminoso, risplendevano nella loro molteplicità stellare. Le stelle sono andate crescendo di numero, lo sguardo ha aguzzato la sua vista. Pensate quante se ne ve- dono oggi con i telescopi! Questa sera vorrei farvi compiere brevemente il percorso che sale alle stelle, ricordando ciò che ha detto Lucilla Giagnoni: proprio nel divino poema di Dante, la parola “stelle” chiude le tre Cantiche. Sono andato, dunque, a riprendere le terzine che sigillano le tre cantiche, alla fine di ciascuna di esse. I tre versetti finali delle Cantiche termi- nano con la parola “stelle”, mi ha colpito però che siano sorretti ciascuno da un verbo diverso. [Prosegui la lettura nel PDF allegato]