La Chiesa corpo di Cristo

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Omelia per la professione perpetua di Suor Maria Irene del Cuore Immacolato
24-06-2023

Carissima sorella Irene,

 

 

celebriamo con solennità la tua professione perpetua alla presenza della comunità che ti ha generato alla fede. In questo caso tale riferimento assume un significato particolarmente pregnante proprio perché, come mi hai scritto nella pagina in cui parli di te, la famiglia e la parrocchia sono state il grembo nel quale è fiorita la tua vocazione. La tua, possiamo dire allora, è proprio una bella vocazione parrocchiale! E di questi tempi è quasi un miracolo, se la confrontiamo con altri percorsi di vita meno lineari e più tortuosi. La tua vocazione con radici parrocchiali ci riconcilia con la vita.

Naturalmente non si lascia il primo amore se non se ne trova un altro. Ciò corrisponde, per definizione, al processo necessario per diventar grandi. Infatti, come ci ricorda ed evoca anche il libro della Genesi: “L’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne” (cfr Gn 2, 24). Ciò vale non solo per l’uomo, ma anche per la donna. Non si può, infatti, lasciare il primo amore che ci ha generati, la casa, la famiglia, i genitori, se non si trova un amore più grande, altrimenti ci si mette a rischio. Purtroppo, molti matrimoni anche oggi non funzionano e falliscono, perché sono il ritorno a casa di una cattiva partenza, non essendosi mai realmente allontanati dalla casa, emancipati con una giusta partenza dalla famiglia d’origine. [Prosegui la lettura nel PDF allegato]